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ARTICOLO DI MONICA DE FAZIO PUBBLICATO SUL SITO GSD IL 27 MAGGIO 2009 DOPO IL CORSO SKIROLL

SKI ROLL PER CIECHI

Alla Prova Di Skiroll


Gruppo_sportivo_non_vedenti_Milano_-_Skiroll_sulla_Martesana

Come già  fu per il baseball ormai diversi anni fa, ecco che la Nostra Silvia Parente, si ripropone come talent sport scout, portando in quel di Milano una nuova disciplina sportiva che certamente raccoglierà  il favore di diversi non vedenti: lo skiroll.

Purtroppo lei non è potuta essere presente a questa prima dimostrazione pratica svoltasi sabato 23 maggio lungo le rive della Martesana, a causa di una brutta influenza che l'ha costretta a letto, ed anche se ovviamente la sua mancanza si è fatta sentire, devo dire che Giuliana e Maurizio i due istruttori (Giuliana è maestra, Maurizio è guida per non vedenti) ci hanno davvero messo a nostro agio già  a pochi passi dai tornelli della metropolitana di Cernusco, luogo del ritrovo, rimproverandoci con un " e Allora!" praticamente urlato ma con un sorriso tra i denti per il ritardo con cui noi cavie, ops noi impavidi futuri schettinatori, ci siamo presentati, ma lo confermo, non per problemi imputabili alla nostra volontà  ma ai lavori di ristrutturazione da tempo messi in atto dall’azienda trasporti milanese.

Ma se anche questo può essere servito per rompere il ghiaccio ci può stare, infatti l’atmosfera si è dimostrata subito confidenziale e giocosa, ingredienti necessari per stabilire armonia e feeling tra noi tutti e cominciare col piede o forse sarebbe più corretto dire col pattino giusto questa, ma poi ogni nuova esperienza. I primi sperimentatori di questa nuova disciplina sono: Elisa Bardella; Donato Sansone; Maurizio Scarso e Monica De Fazio.

Tutti abbiamo, chi più chi meno esperienze di pattinaggio su ghiaccio e no e di sci sia di fondo che discesa, quindi si suppone sarà  uno scherzo da ragazzi rollare su questi sci su ruote …invece!

Invece si ovviamente ma non è una cosa immediata ed il divertimento si raggiunge con una buona stabilità data dall’equilibrio che si ottiene solo spinta dopo spinta ma ora vi spiego meglio.

Innanzi tutto che cos’è lo skiroll ?

Sostanzialmente è uno sci da fondo ma di lunghezza inferiore rispetto ai cugini con le lamine;

Invece gli attacchi per le scarpette sono proprio come quelli dello sci nordico, come anche le racchette che si utilizzano;

Non ha le punte acuminate all’insù ma termina in maniera quadrata per rendere l’idea.. Il davanti e la coda sono uguali.

Le ruote sono prevalentemente in gomma dura ed abbastanza larghe; per favorire una maggiore stabilità , ma esistono però anche modelli di ski roll con gomme gonfiabili per poter affrontare terreni più sterrati.

La posizione delle ruote può variare a seconda del grado di preparazione atletica: vi sono modelli a 3 ruote (una davanti e due dietro; a 4, come quelli che abbiamo adoperato noi; ed anche in linea.

Gli ski roll non sono dotati di freni, come gli sci da neve del resto! Però sotto alle code c’è una sorta di perno che senz’altro da maggiore stabilità allo sci durante le manovre di spostamento quando ad esempio devi girarti per cambiare senso di marcia o addirittura sostare.

L’attacco per la scarpetta come già detto è simile a quello degli sci da fondo e può essere sia automatico, ovvero basta posizionare il piede sulla gomma e spingere finché non s’incastra nell’apposita fessura, o manuale ossia sollevi una sorta di linguetta, incastri la scarpa nella fessura e riabbassi la linguetta che con un clic avverte il corretto alloggiamento della scarpa.

A me ad esempio è successo proprio che, credendo che i miei fossero come quelli dei miei compagni di ventura ovvero con l’attacco automatico ci ho messo minuti nel tentativo di agganciarli fino a quando finalmente Maurizio (la guida) si è accorto che i miei erano manuali…cominciamo bene!

Avendoli indossati sull’erba le ruote facevano attrito e sembrava tutto bene almeno per quel che riguardava la stabilità  ma abbiamo subito tutti accusato problemi d’equilibrio con le caviglie che hanno cominciato a traballare da una parte all’altra e per qualche minuto abbiamo starnazzato come le paperelle che nuotavano nel canale della Martesana distante solo pochi metri.

Ormai agganciati li avevamo agganciati; in piedi eravamo in piedi e non potevamo tirarci assolutissimamente indietro, ma come fare a fermare le ruote che non appena scoperto il cemento ed in virtù del disequilibrio hanno cominciato a muoversi in maniera incontrollata?

Dato questo frenetico inizio penserete quale drammatica esperienza abbiamo vissuto invece..¦

Invece no, infatti grazie alle parole d'incoraggiamento e soprattutto senza ulteriore panico di Giuliana e Maurizio abbiamo cominciato a tranquillizzarci; a farci coraggio; a ridere e a metterci in posizione eretta e respirando lentamente anche l'equilibrio ha fatto il suo dovere aiutato dalle ginocchia che molleggiando un poiché ci hanno fatto ritrovare la bellissima sensazione della stabilità , e riacquistando una postura corretta; fondamentale per l’equilibrio, abbiamo cominciato ad assaporare la bellezza di avere ai piedi degli sci e di poter scorrere veloce e lontano….

Ora il problema da risolvere rimaneva quello del muoversi e probabilmente notando le nostre facce perplesse ecco che la Giuliana tira fuori i bastoncini; no niente di commestibile! Ma le racchette utilizzate anche per lo sci di fondo e con quelle tra le mani devo dire che è praticamente cambiato tutto ed ecco che abbiamo cominciato a muoverci in quel del bellissimo lungo canale della Martesana che costeggia appunto le rive di questo ormai ex canale navigabile e che attraversa nei suoi 40km diversi comuni dell’hinterland milanese.

Abbiamo cominciato ad avanzare tenendo gli skiroll affiancati e dandoci delle spinte con le braccia o meglio con gli avambracci, perché la regola per il corretto uso delle racchette è quello di tenere il braccio lungo i fianchi e muoversi solo con la forza degli avambracci appunto.

Ed ecco che spinta dopo spinta; qualche correzione e suggerimento dagli istruttori sempre attenti e sempre più entusiasti, abbiamo cominciato a macinare metri.

La stabilità; la sicurezza e l’equilibrio che si raggiungono solo rollando, ci hanno spinto ed invogliato a provare poi anche il movimento alternato con braccia e gambe quindi in movimento.

E mentre i metri si facevano centinaia e solo per questione di tempo non sono diventati kilometri, oltre ad acquistare padronanza del mezzo e disinvoltura e scioltezza nel movimento, per l’armonia forse ci sarਠda lavorarci sopra “vero Giuliana! E 'stato bellissimo apprendere dagli istruttori trucchetti e consigli, ma allo stesso tempo vederli adeguarsi con naturalezza ai nostri bisogni, come ad esempio formare una cordata con Maurizio (la guida), avanti a tutti che con gli ormai noti pà –pà –pà… faceva strada e noi tutti dietro di lui come piccoli anatroccoli dietro alla loro mamma ad accorgerci di ogni suo spostamento.

E’ anche successo che Maurizio si accostasse troppo sul ciglio della strada e pur continuando a “pa pa pare” non sia riuscito ad evitare al Mao di uscire dal cemento e rovinare pericolosamente sul prato.

Ho scritto pericolosamente non per i danni subiti, si è solo leggermente sbucciato; ma memore dell’impegno importantissimo dell’indomani giorno in cui si disputerà il tanto atteso derby di baseball delle milanesi.

Per dovere di cronaca va segnalato che comunque il record delle cadute va senz’altro aggiudicato alla campionessa olimpionica Elisa che ha al suo attivo ne ha ben tre, contro le due del Mao!

Invece Donato e Monica si sono ben difesi non assaggiando mai il cemento, anche se il Sansone ha avuto, almeno inizialmente problemi di convergenza ed ogni tanto bisognava urlargli ..sinistra!!!!per evitargli di finire nel canale!

Durante questa uscita non si è pensato d'indossare la pettorina segnalatrice del nostro handicap invece obbligatoria sulle piste innevate; eppure lungo il cammino abbiamo incontrato diversi curiosi che si sono fermati a guardarci e domandarsi che strani cosi avessimo ai piedi.

Ciò mi ha fatto riflettere sul fatto che quello che colpisce prima è  ciò che si fa e non chi lo fa, come a dire che è lo sport che fa da richiamo ed il fatto che lo pratichino poi dei non vedenti  è un valore aggiunto che sicuramente poi favorisce maggiore curiosità ; ma colui che aggrega è senz’altro lo sport.

Altra cosa che ancora mi commuove; sorprende ma rende felice è l'atteggiamento delle persone cosiddette normali che per la prima volta si approcciano con la cecità.

Un grazie particolare va a Maurizio che essendo al suo esordio con questo handicap ha cominciato subito a parlare al plurale ed a guardare lontano prevedendo sicuramente altre uscite e nuove cose da fare insieme.

Non vi dico il mio stupore quando ho chiesto se avesse già  fatto qualcosa con dei non vedenti, ed ottenendo risposta negativa, mi ha senz’altro resa felice ed orgogliosa di aver fatto parte di questa impresa.

Certo poi come tutto del resto, va misurato sul lungo termine ma se chi ben comincia!!...

Ovviamente un grazie di cuore bisogna riservarlo alla Giuliana che col suo sfrenato entusiasmo e la sua simpatia contagiosa ha saputo subito creare un clima rilassato ed a tratti esilarante e che con la sua professionalità  ha saputo correggere i nostri errori di postura o tecnica e che come Maurizio si è¨ resa senz’altro disponibile ad uscire ancora per altre skirollate e perchè no, pensare a nuove incredibili imprese.

Forse hanno davvero capito che anche allo sportivo non vedente non mancano gambe; fiato ed intraprendenza, ma che serve una parola che dia la direzione; una voce che racconti il mondo circostante ed una buona dose di autoironia e buon umore per sorridere insieme!

Monica De Fazio

 

E noi, proprio noi, non solo vediamo il mondo, ma lo guardiamo dai campi di sci sulle montagne più alte, dalle barche a vela su laghi e mari profondi, dai rettangoli di equitazione, dai diamanti di baseball e dai poligoni di tiro con l'arco, dalle piste di pattinaggio e dai circuiti di atletica, e ancora non abbiamo finito!
Non ci servono occhiali per vedere questo mondo meraviglioso, lo vediamo attraverso lo sport!

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