pubblicato sul sito www.sferacoaching.comdel Team SFERA e Giuseppe Vercelli
e sul sito dell’Istruttore Nazionale di Sci di Fondo Marco Ranaldiwww.marcoranaldi.eu
Considerazioni sul metodo S.F.E.RA. applicato allo sci nordico
Il 9 gennaio 2006, un lunedì, la mia vita sportiva ha definitivamente “voltato pagina”.
Ed è stata proprio una “pagina rosa” della Gazzetta dello Sport che pubblicava un’intervista a Giuseppe Vercelli, Psicologo dello Sport della Nazionale di Sci Alpino, nonché di Giorgio Rocca, Lucia Recchia e dei ragazzi della valanga azzurra, ad effettuare tale svolta.
In un primo momento le parole dello psicologo mi hanno lasciato attonita. Poi, rileggendo l’articolo sei o sette volte, per essere certa di aver capito bene quello che leggevo, mi ha dato la conferma che, a tutti i livelli delle molte discipline sportive, l’allenamento mentale abbinato a quello fisico è indispensabile e lo èancora di più se si vogliono ottenere risultati d’eccellenza.
Vercelli e il suo Team, hanno ideato il Metodo S.F.E.R.A. (acronimo di *S*incronia *F*orza *E*nergia *R*itmo *A*ttivazione) attraverso test e ricerche, effettuate presso il Centro di Psicologia dello Sport dell’ISEF-SUISM di Torino, su un campione di 700 atleti professionisti e dilettanti.
Due sono iprincipali motivi per cui l’articolo mi ha profondamente colpito.
Il primo è che in quel periodo stavo frequentando il corso per maestri di sci nordico ed ero alla ricerca di un qualcosa in più che non solomi aiutasse a perfezionare la tecnica, ma che rafforzasse anche il mio stato psicologico. Come per le gare, anchele prove d’esame, in generale, trasmettono sempre ansia e insicurezza. Trovare, quindi, un metodo per appianare, ancorché, eliminare tali sgradevoli sensazioni, era fondamentale.
Il secondo motivo è che il Dr. Vercelli, uno dei migliori professionisti e dei più accreditati nel campo della Psicologia dello Sport, provenisse dalla città di Torino.
Da molto tempo ho smesso di credere che “gli accadimenti della vita” avvengano per…”un caso”.
Non è un caso, infatti, che esso sia nato e lavori nella Città Olimpica(doveroso scrivere in maiuscolo), dove la Nostra Squadra Nazionale diFondo ci ha regalato qualcosa che vale di più del metallo prezioso delle medaglie.
La nostra squadra diretta magistralmente dal proprio “direttore d’orchestra” Sepp Chenetti, ci ha consegnato il dono più grande, memorabile, indimenticabile: entrare nella storia mondiale e olimpica del fondo e, non semprema………. per sempre.
Così, dopo aver comprato il libro“Vincere con la mente” (ed. Ponte alle Grazie),
averlo letto e imparato quasi a memoria,sono andata a Torino a fare il Corso S.F.E.R.A..
Ed infine, dopo aver fatto anche gare applicando tale metodo, sono giunta a queste considerazioni.
Quello di cui sarò sempre grata a Beppe è che il suo metodo lo si può attuare e utilizzare servendosi di un concetto di cui noi sportivi, abbiamo dimenticato il reale significato: LA SEMPLICITA’.
Dopo che si è capito e interiorizzato il lavoro con S.F.E.R.A., tutto diventa più semplice, dall’allenamento specifico mirato, alla ricerca del superamento del proprio limite che, insieme al raggiungimento della prestazione d’eccellenza, è l’obiettivo principale di questo metodo.
S.F.E.R.A. è semplice perché è stato trovato il modo di spiegare a noi sportivi, il cui difetto maggiore è quello di voler ottenere prestazioni d’eccellenza velocemente e solo con l’allenamento fisico, l’importanza dell’allenamento mentale, proponendo e differenziando il significato dei 5 concetti S.F.E.R.A..
Nell’allenamento fisico dell’atleta, la Sincronia, la Forza, l’Energia, il Ritmo e l’Attivazione sono considerati “fattori” o “capacità”; nell’allenamento mentale sono invece proposti come dimensioni.
Per spiegare ad un atleta come lavorare su un fattore, ad esempio il Ritmo, lo psicologo ha utilizzato lo stesso termine (in psicologia dello sport però, il significato è differente) per far sentire “culturalmente”a proprio agio l’atleta.
La provvidenziale intuizione di Vercelli è determinata dal fatto che tutti gli sportivi, sia atleti dilettanti sia professionisti, posseggano già la S.F.E.R.A. fisica, essi devono però comprendere che posseggono anche quella mentale, meglio chiamatadimensione mentale.
Lo strumento che permette di trovare tale dimensione o per meglio dire l’organo del corpo umano, tramite il quale i pensieri, i sentimenti, gli impulsi, le percezioni, i movimenti vengono tradotti in
a z i o n i , è LA MENTE.
La maggior parte degli sportivi, considera la mente come un’entità astratta e misteriosa.
Per fortuna molti atleti hanno capito e stanno cambiando il loro modo di allenarsi, grazie anche a professionisti specializzati che hanno fatto chiarezza sull’argomento.
Molti atletihanno compreso che la mente è un organo del corpo umano enon un entità scollegata dal resto del corpo.
Molti, moltissimi, hanno capito che, come i muscoli delle gambe e braccia necessitano di un allenamento mirato e programmato, anche IL CERVELLO va allenato in tal senso.
La vera rivoluzione di S.F.E.R.A. è che questo metodo invita l’atleta, lo sportivo ma più propriamente l’essere umano a scoprire che mentee corposono... u n o .
Invito quindi, tutti i miei amici fondisti e colleghi di gare ad iniziare ad allenarsi col metodo S.F.E.R.A., e a tutti coloro i quali mi chiederanno di convincerli o dar loro un solo motivo per utilizzare il metodo, io risponderò:“La sensazione o, più appropriatamente, la certezza che ti dà *sfera* è che con essa …ci si sente sempre sulla strada giusta e, cosa più importante: con * sfera*… non si ha più paura.”